Per l’Unione Europea il vino è come le sigarette. La proposta dell’Ue che vorrebbe cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino prevedendo addirittura etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette, penalizzerebbero fortemente l’agroalimentare a forte propensione della provincia di Massa Carrara come il vino. Appunto.
A rischio c’è la fetta di mercato straniero, europeo, che la viticoltura eroica del Candia dei Colli Apuani Doc è riuscita a conquistarsi in questi anni. Lo denuncia Coldiretti Massa Carrara. “Con la scusa di tutelare la salute – spiega Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara - che va invece salvaguardata promuovendo una dieta equilibrata e varia senza criminalizzare singoli alimenti, si tenta di penalizzare la forza agroalimentare, la distintività e la qualità indiscutibile delle produzioni agroalimentari tricolori più amate nel mondo come vino, carne e salumi. Non è certo questo il momento per pensare ad etichette scoraggia Made in Italy. Siamo molto preoccupati nei confronti di questo atteggiamento che rappresenta una minaccia concreta per il nostro paese e per la nostra agricoltura che, lo ricordo, è la più sicura e green al mondo”.
Le misure della Commissione Ue nell’ambito dell’attività di prevenzione del Piano riguardano tra l’altro – riferisce la Coldiretti – la proposta di introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche prima del 2023 ma anche la volontà di eliminare dai programmi di promozione i prodotti agroalimentari, come specificatamente le carni rosse e quelle trasformate, che vengono associati ai rischi di tumore. Grande lo sconcerto tra i viticoltori eroici del Consorzio di Tutela la cui propensione ai mercati esteri era in crescita: “Per ripartire, appena la pandemia sarà alle spalle, ci serviranno anche e soprattutto i mercati esteri. – spiega Fabrizio Bondielli, presidente del Consorzio di Tutela – Paragonare il vino alle sigarette è quanto di più lontano si possa immaginare. Si sta criminalizzando ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. E’ una discussione fuori luogo e fuori tempo. Da produttore mi aspetto che l’UE rendi trasparenti tutti i prodotti, l’origine degli ingredienti, senza lasciare nulla alla fantasia. E’ questa la vera battaglia che l’UE dovrebbe fare in nome e per conto anche nostro”.
Ad essere danneggiati sono prodotti dalla tradizioni secolari con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione, sulla biodiversità e sul territorio dove quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado. Si tratta peraltro di settori già duramente colpiti dall’emergenza Covid che ha costretto alla chiusura di osterie e ristoranti che – continua Coldiretti – rappresentano un luogo privilegiato di consumo di carne, salumi e vini di qualità.
Una provocazione nei confronti dell’Italia a dieci anni dal riconoscimento Unesco della dieta mediterranea fondata proprio su una alimentazione diversificata che con pasta, frutta, verdura, carne, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito fino ad ora agli italiani – conclude Coldiretti – di conquistare il primato europeo di longevità.