Faccia a faccia con il lupo. E’ una pericolosa consuetudine in Lunigiana quella di ritrovarsi il lupo alle porte di casa o mentre gira attorno alla stalla in cerca di un pertugio per azzannare il gregge. L’ultimo episodio risale ad alcuni giorni fa a Monti di Licciana Nardi: Manolo Luchini ha visto nuovamente il lupo in faccia. Ma sono ormai quotidiani gli avvistamenti vicino alle abitazioni. “Era ad una ventina di metri dalla porta di casa. – racconta l’imprenditore che insieme al fratello Alessandro produce vino ed alleva la pregiata pecora zerasca – L’ho visto attraversare la provinciale indisturbato. Negli ultimi cinque anni ho subito 20 predazioni. Tra lupi e cinghiali fare agricoltura è diventato sempre più difficile”. A denunciarlo è Coldiretti Massa Carrara che ritiene i lupi e gli ungulati una minaccia non solo più e soltanto per l’agricoltura ma per tutta la comunità. “Predatori e ungulati, soprattutto cinghiali, sono la principale causa della chiusura delle aziende agricole di questi territori ma ora sono sempre di più una emergenza per la collettività. Non danneggiano più soltanto i raccolti o mangiano pecore e capre ma invadono le strade provocando incidenti mortali, vivono pericolosamente negli ambienti urbani. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara - Le aziende agricole stanno combattendo una battaglia che non possono vincere senza strumenti normativi adeguati per ristabilire un equilibrio che sia sostenibile. Di questo passo le specie in via di estinzione saranno gli agricoltori in Lunigiana”.
Secondo una recente stima di Coldiretti Massa Carrara dal 2009 hanno chiuso 112 allevamenti di ovini come diretta conseguenza che mettono a rischio la sopravvivenza della filiera lattiero casearia locale e quella legata al consumo di carne. “Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – spiega ancora il Presidente Ferrari – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città. Da tempo stiamo chiedendo di definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati”.
A tenere sotto assedio l’azienda dei fratelli di Luchini sono anche e soprattutto i cinghiali. “Abbiamo dovuto spendere 9 mila euro per recintare una parte dei vigneti e tentare così di salvarla dai branchi di cinghiale. – racconta ancora Manolo – I risarcimenti non ci ripagano di raccolti mancati e vigneti demoliti”. Proprio negli scorsi giorni Coldiretti aveva stilato una mappa provinciale delle strade a più pericolose a causa della presenza e degli attraversamenti dei cinghiali: la Statale per il Cerreto, la provinciale 35 per Filattiera-Mulazzo, la provinciale 60 per Moncigoli, la Via Comunale di Corneda tra Tresana e Aulla, la strada per la Foce, la strada provinciale per Casola in Lunigiana e la provinciale 31 dal casello di Pontremoli verso Mulazzo. “Quello che chiediamo – conclude il Presidente Ferrari - è un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992 che consenta di estendere i piani di controllo coordinati dalla Regioni ed arrivare così ad un contenimento drastico per contenere un fenomeno che non riguarda sol più e soltanto gli agricoltori ma tutta la collettività. Gli ungulati stanno provocando una strage sulle strade e danni quotidiani alle aziende agricole già strette nella morsa di rincari, inflazione e cambiamenti climatici”.