Agricoltori pronti alla class action per ripristinare la naturale rete idrica nella zona di costa. Esplode la protesta degli abitanti della zona di Marina di Massa che va dal Viale Roma a Via Fescione finita sott’acqua anche dopo le ultime forti piogge. Gente esasperata, imprese allagate, raccolti persi e cantine e abitazioni immerse da decine di centimetri di acqua piovana, esondata dalla rete di canali e canaletti che non ce la fanno più a sopportare il peso delle piogge.
E’ stato un incontro infuocato quello promosso dalla Coldiretti Provinciale all’agriturismo “Il Foscalino” a Marina di Massa dove martedì sera si sono presentati oltre 50 cittadini, tra agricoltori ed abitanti della zona di costa, stufi di convivere con la calamità delle esondazioni che dal 2008 ormai caratterizzano tutta l’area. Non solo cattiva manutenzione, spesso inesistente, dei fossi demaniali e di confine, ma anche abusi edilizi, canali tombati per far posto a cementificazione, muretti e parcheggi. Una rete idrica al collasso ed incapace di convogliare le acque al fiume Magaliano, storica arteria – se ne parla addirittura nei primi dell’800 - che da secoli trasporta le acque piovane dai monti verso il mare. Un equilibrio idrico evidentemente scoppiato dove l’agricoltura resta l’unico baluardo.
Una protesta rumorosa che i vertici di Coldiretti rappresentati dal Presidente Provinciale Vincenzo Tongiani, dal Direttore, Francesco Ciarrocchi, dal Direttore dell’Epaca, Emanuele Bertocchi e dall’agronomo, Giovanni Lagomarsini hanno faticato a tenere calma. Tante storie di gente costretta a convivere con la paura dell’acqua in casa, e con gli stivali sempre pronti. Un incontro risolutivo per capire quale azione intraprendere e a cui ha partecipato il legale dell’organizzazione agricola, Daniele Calvani. Tra le azioni risolutive, la class action, un’azione collettiva nei confronti di chi avrà responsabilità del danno idrogeologico provocato. Non solo enti, anche i privati nel mirino.
Ma prima di passare alle azioni “violente”, tra cui picchettaggi e sit-in, Coldiretti vuole riprovarci. Lo aveva già fatto lo scorso anno mettendo al tavolo Provincia, Comune di Massa e Comunità Montana. “Prima di passare all’azione legale – ha spiegato Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti – abbiamo concordato di predisporre una lettera dove spiegheremo, per l’ennesima volta, quali sono le criticità. Qui c’è bisogno di un’azione di straordinaria urgenza, e non di discorsi. Entro un paio di giorni, come da accordi con il nostro legale – ha spiegato alla numerosa platea – invieremo una lettera a Provincia, Comune di Massa e Comunità Montana della Lunigiana. Vogliamo prima incontrarli di nuovo, se gli effetti non saranno quelli sperati, passeremo alle vie legali. Gli diamo dieci giorni di tempo per darci una risposta. Viste gli enormi disagi subiti dai cittadini e dalle imprese abbiamo inoltre intenzione di sensibilizzare il Prefetto e portarlo a conoscenza del problema. La class action è uno strumento raggiungibile in quanto non si tratta di 10 famiglie, ma di centinaia. La lettera sarà firmata da tutti gli interessati. Non è un problema della sola agricoltura”. Zone di interesse “censita”: Via Stradella, Via Pandolfino, Via Arezzo, Via dei Loghi, Via Pozzuoli, Via Poveromo, Viale Roma, Viale della Repubblica, Via Fescione, Via Pradaccio, Via dei Pomi e tutte le piccole strade, confinanti con canali e canaletti, dell’area di costa. “E’ evidente – ha spiegato Francesco Ciarrocchi, Presidente Provinciale Coldiretti – che ci sono responsabilità diffuse. Non solo enti. Nel corso degli anni è stata distrutta la rete idrica che caratterizzava questa zona; la nostra azione ora è quella di avere attivato uno staff tecnico e legale per individuare le responsabilità. Vogliamo che queste azioni producano degli effetti”. A Coldiretti non basta lo studio commissionato – 50 mila euro – di ricognizione della rete idrica dell’area da parte del Comune di Massa. “E’ una buona cosa anche se arriva dopo numerose segnalazioni. Il problema non è capire se ci sono problemi, i problemi ci sono. Sono piuttosto evidenti. Quindi aspettiamo con ansia il responso ma ci aspettiamo anche azioni concrete”.
Nella lunga fila di testimonianze sono diverse a colpire, come quella di Ilio Dalle Mura, simbolo di questa battaglia: “Io chiudo alla fine dell’anno – ha urlato – quest’anno ho seminato tre volte, e non ho raccolto niente. Sono stato costretto, per la prima volta, a comprare la verdura per i miei ospiti. A Natale sono scappati perché c’era l’acqua in casa. Sono stufo”. Tante piccole grandi storie di disagi “che ora attendono risposte – ha concluso Tongiani – più firme significa avere più forza. Chi ha disagi si rechi ai nostri uffici. Noi siamo pronti a dare battaglia per ripristinare la naturale rete idrica della costa”.