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27 Giugno 2013
LUNIGIANA: IL RITO DELLA TRANSUMANZA E IL PERICOLO LUPO, LA FAMIGLIA PAOLINI NELLA STORIA DELLA PASTORIZIA

Arrivato sano e salvo a destinazione il gregge dei “Zana”. Il lupo questa volta non è riuscito a colpire ma è sempre più difficile raggiungere ogni anno la meta. Allevatori da quasi due secoli, come documentano alcune “carte” gelosamente custodite, i “Zana”, cosi da sempre vengono chiamati i componenti maschi della famiglia Paolini, hanno completato la transumanza portando le 300 pecore che compongono il loro gregge nelle alture dei prati di Linari, al Passo del Lagastrello. Usanza praticamente scomparsa a causa della progressiva riduzione del numero di allevamenti e di un ricambio generazionale difficile, la famiglia Paolini è una delle poche che ancora oggi porta avanti la rituale migrazione stagionale verso la Lunigiana. Partiti da Massa con prima tappa Aulla e poi su, verso il Passo del Lagastrello passando per il Ponte di Legno ed i resti di Linari, il loro viaggio verso la Lunigiana è durato una giornata di camminata. A guidare il gregge ci sono cinque delle otto generazioni di allevatori della famiglia Paolini, la cui “dinastia” ha radici agli inizi dell’800: Matteo (53 anni), Domenico (49 anni), Ilario (28 anni), Paolo (20 anni) e il piccolo Matteo, appena 5 anni, e già una passione fuori dal comune per mungitura e pecore. Con loro alcuni amici Angelo Galloni, Francesco Attuoni, Roberto Gentili e Francesco Galloni che lo scortano in questa esperienza e aiutano a “difendere” il gregge dai lupi durante le notti in altura. C’è anche Fiume, il bravissimo cane pastore. “Bisogna vigilare e dormire con un occhio aperto; – ammette Matteo, il più anziano dei fratelli pastori – le recinzioni non sono sufficienti a proteggere le nostre pecore”. Già ecco ancora il lupo che in Lunigiana, come in tutta la Toscana, sta mietendo molte vittime tra i greggi: “siamo in tanti per darci il turno – spiega ancora – badare al gregge, in altura, non è uno scherzo da quando il lupo è in agguato. Negli ultimi anni i rischi sono molto cresciuti”.

Il gregge dei Paolini pascolerà da giugno a settembre tra i 1000 e 1850 metri raggiungendo, in alcuni giorni, la zona di Prato in Sella, versante emiliano mentre la famiglia avrà il “campo base” al Passo del Lagastrello dove sono proprietari di una piccola casetta dove si rifugiano da sempre i pastori in transumanza. I Paolini – e questo è probabilmente un record - compiono la migrazione da almeno 160 anni ininterrottamente. Il formaggio sarà prodotto direttamente sul posto dalle mani delle donne della famiglia. E’ anche per questo che è speciale: “qui ci sono aria, erba e acqua buona. Le donne completano il nostro lavoro e la nostra esistenza. Noi badiamo al gregge, mungiamo; loro danno quel tocco delicato e sapiente che rende il formaggio uno dei prodotti simbolo più buoni del paniere toscano”. Il formaggio prodotto in altura sarà lo stesso destinato alla rete di vendita di Campagna Amica, nei mercati della filiera corta e nelle Botteghe presenti in città e in tutta la regione: “Coldiretti e Campagna Amica – spiega Matteo - ci hanno messo a disposizione uno strumento straordinario: con il progetto per una filiera agricola tutta italiana i nostri figli hanno un futuro. La nostra famiglia potrà continuare a fare questo mestiere perché avrà a disposizione un canale di vendita in grado di garantire l’equa remunerazione di un prodotto che nasce da tradizione, dedizione, lavoro, passione e qualità”.

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