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13 Gennaio 2010
GIOVANI: PAOLO&FRANCESCA, IL FRANTOIO DEI SOGNI A PONTREMOLI

Il loro amore era già nella letteratura, in quel canto della “Divina Commedia” che resta impresso per tutta la vita come metafora dell’amore forte e passionale. Per Paolo&Francesca, bresciani con radici genealogiche in Lunigiana, Pontremoli è stato un colpo di fulmine. Hanno lasciato la loro città, dove sono nati e cresciuti, ed insieme, hanno “ricostruito”, dalle rocce, diroccate e rapite dal verde, un frantoio-mito della Terra di Luni, e dato vita una delle aziende agricole più giovani della storia recente. Una realtà agricola che nasce dall’amore e dal coraggio di lasciarsi tutto alle spalle. Per loro è iniziata una nuova vita; lassù, a San Nicolò, dove lo sguardo domina e dove il cielo è a pochi passi, e le nuvole prendono le forme morbide di un gregge compatto. Basta solo allungare le mani. Il blu e il bianco sono lì.
Fondata nel 2005, l’azienda agricola (è stata inaugurata il 10 dicembre) della giovane coppia è destinata a diventare un presidio agricolo-turistico (e una risorsa) per la Lunigiana, e per la Via Francigena che corre a pochi metri, e un punto di eccellenza per l’olio IgpColline della Lunigiana” prodotto unendo insieme tradizione e innovazione. Antiche tecniche a mano, e modernissimi macchinari per la frangitura e l’imbottigliamento protetti all’interno del vecchio frantoio. Un guscio di roccia con un cuore meccanico. L’olio di Paolo&Francesca è già entrato nella lista degli oli extravergine top a livello mondiale curata da Marco Oreggia.
“La nostra è stata una scelta di vita – come spiega Francesca, che ricopre il ruolo di Presidente dei Giovani Impresa Coldiretti Toscana - che ci ha portati a scommettere sulla possibilità di costruire il nostro futuro ritornando alle origini e lavorando nei campi che un tempo erano dei nostri nonni”. Sorriso sempre pronto e la freschezza della voce ci guidano nella visita dentro il frantoio che vivrà il suo battesimo la prossima stagione, e il piccolo agriturismo che promette di essere “familiare” composto da due suggestive salette scolpite nella roccia e ricavate dalle cantine. A fianco un piccolo punto per la vendita diretta e per le attività didattico/formative che saranno organizzate periodicamente per allietare gli ospiti.
Ma è l’olio, l’oro naturale, il motore del loro sogno. “Puntiamo all’eccellenza. La raccolta avviene mediante la brucatura a mano e l’utilizzo di agevolatori meccanici che consentono di ridurre al minimo la possibilità di danneggiare rami e frutti. Le olive – racconta ancora la Ferrari - dopo essere conservate in cassette adeguatamente areate, vengono frante entro le ventiquattro ore con metodo di estrazione a ciclo continuo. Privilegiamo l’alta qualità sulla quantità; proprio per questo abbiamo scelto, fin dal primo anno di produzione, di intraprendere l’iter di certificazione per l’ottenimento della denominazione Toscano IGP (Indicazione Geografica Protetta) e sottodenominazione “Colline della Lunigiana”. Una scelta, e un investimento (decine di migliaia di euro) “giustificati” dalla necessità di accorciare quella filiera che sta alla base del progetto di Coldiretti, e che fino ad oggi è stata davvero troppo lunga: “E’ l’unico modo per assicurare maggiori garanzie e qualità al consumatore – analizza Francesca”. Purtroppo non è tutto rose e fiori. La burocrazia è stata un freno. Per non parlare dei tempi. “Chi decide di diventare imprenditore, in giovane età, si trova spesso a lottare con il carico burocratico, le difficoltà di accedere ai bandi europei dedicati e a confrontarsi con il pastone legislativo. Si perde la fiducia. Si medita di abbandonare. E ti dici “chi c’è lo fa fare”. Poi ti affacci alla finestra, e tutto cambia. Ti ricarichi e vai avanti. E’ la natura che ci da questa spinta ogni giorno”. Un sogno complicato che ha però trovato anche sponde felici: “Per fortuna il nostro sogno è stato appoggiato dalla nostra organizzazione agricola, la Coldiretti, e dal Comune, Comunità Montana e Provincia di Massa Carrara che, hanno cercato di facilitare l’insediamento. Senza il loro aiuto sarebbe stato molto più difficile, se non inutile”.
C’è però dell’altro. lo scopriamo solo in fondo quando Francesca ci tiene a raccomandare che “non vuole pubblicità per la sua azienda, ma solo lanciare un segnale positivo a chi, come lei e Paolo, ha un sogno. “Con passione e dedizione è possibile realizzare sogni ambiziosi e dare un segnale input a tutti colore che pensano che di agricoltura non si possa più vivere; in parte è vero. In parte no. Chi fa agricoltura oggi non è solo più e semplicemente un coltivatore, ma un imprenditore che deve essere capace di progettare, creare e reinventarsi. E di vivere anche di sogni. Perché i sogni a volte si avverano”.

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