L’agricoltura è dei giovani e delle donne all’ombra delle apuane. La provincia di Massa Carrara con il 12,1% di imprese giovanili ha la più alta percentuale regionale di imprese guidate da under 35 e la più alta componente di imprese rosa, pari al 39,5%, nel rapporto con il totale di attività agricole attive. Sono le principali “forze” trainanti dell’agricoltura apuo-lunigianese secondo l’analisi di Coldiretti Massa Carrara sulla base dei dati Istat della Camera di Commercio. “Le imprese giovanili, al pari di quelle femminili, hanno dimostrato un grande dinamismo durante il periodo Covid grazie anche alla possibilità di diversificazione dell’attività consentita dalla legge sulla multifunzionalità da noi voluta. – spiega Marco Bellè, Delegato dei Giovani di Coldiretti Massa Carrara – Oggi le nuove minacce sono rappresentate dai rincari innescati dalle speculazioni internazionali e dalla guerra in Ucraina che hanno fatto esplodere i costi per materie prime, energia e mezzi agricoli con un aumento dei costi medio di circa 14 mila euro per azienda e dall’emergenza siccità che rischia di avere conseguenze pesantissime sulle prossime coltivazioni. Malgrado questo scenario complicato il nostro territorio ha risposto con nuove aperture di imprese da parte di giovani e giovanissimi e con un maggiore coinvolgimento delle donne soprattutto nel settore dell’accoglienza rurale dove un agriturismo su due è rosa rappresentando per la Lunigiana uno dei settori strategici. La nostra agricoltura è riuscita nelle difficoltà a gettare nuovi basi per un futuro più moderno, al passo con i bisogni di prodotti e servizi dei consumatori e con prospettive di sviluppo”.
Un’agricoltura dove c’è fortunatamente spazio anche per “ritornare” al passato in un territorio dove negli ultimi sei anni è scomparso il 30% delle stalle. Una moria senza precedenti di allevamenti ma anche di cura quotidiana del territorio che salva i pascoli dall’abbandono e tutela una biodiversità sempre più a rischio, che Matteo Pennacchi, 25 enne di Montignoso, vuole iniziare ad invertire. Il suo progetto di una nuova stalla nel cuore del Cervaiolo è insieme ad un segno di ripartenza, seme di speranza per la zootecnica locale. “Quando chiude una stalla quasi sicuramente chiude per sempre. – spiega ancora il Delegato dei Giovani Bellè – La stalla che Matteo è pronto ad aprire per la produzione di latte da destinare alla vendita diretta e alla trasformazione, ha un valore simbolico grandissimo oltre che per il territorio e per i cittadini”.
Diplomato all’Istituto Tecnico Agrario nel 2015, Matteo è un imprenditore molto preparato che ha scelto il suo percorso lavorativo. “Appena finito gli studi ha lavorato per qualche anno come coadiuvante agricolo per fare esperienza. Il mio non è un percorso improvvisato. Mi sono preparato per poter aprire una mia azienda. – racconta Pennacchi che ha riattivato i terreni di famiglia – Oggi produco ortaggi e frutta di stagione per il mercato locale attraverso principalmente il porta a porta, come faceva un tempo mia nonna, la vendita diretta ed anche per il mercato all’ingrosso. E’ un’attività che mi da molta soddisfazione e che da soddisfazione ai miei clienti. La vendita a km zero mette al riparo i consumatori dalle speculazioni di questo periodo e dai rincari dei costi per il trasporto garantendo prodotti di qualità, sempre freschi e sostenibili e mette al riparo noi, agricoltori, dalle vendite sottocosto a cui ci costringe la grande distribuzione”. Il prossimo step sarà quello di produrre latte fresco: “sto aspettando le autorizzazioni per poter avviare i lavori. – spiega ancora Matteo – Lungo il percorso di questo mio progetto ho trovato la grande disponibilità del Comune di Montignoso, con il quale stiamo già ragionando per installare anche una casetta per il latte fresco, e di Coldiretti che è sempre stata al mio fianco”.