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29 Aprile 2022
GIOVANI: COLTIVA GRANI ANTICHIE E PRODUCE TESTAROLI GIOVANE SUL PALCO DEL “NEET WORKING TOUR” DEL MINISTERO DELLE POLITICHE GIOVANILI, A MASSA CARRARA LA PIU’ ALTA PERCENTUALE DI IMPRESE GIOVANILI REGIONALE

Coltiva grani antichi a Mocrone, nel comune di Villafranca, da cui ricava una speciale farina semi integrale con cui produce i famosi testaroli lunigianesi il ventiduenne coltivatore diretto protagonista sul palco della tappa toscana del Neet Working Tour, la campagna informativa itinerante promossa dal Ministero per le Politiche Giovanili in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Giovani, l’Agenzia Nazionale per le Politiche attive del lavoro e Carta Giovani Nazionale che si è tenuta il 26 e 27 aprile in Piazza Napoleone a Lucca.

Lui si chiama Sergio Pagani, è residente a Marina di Pietrasanta, in Versilia, ma l’azienda agricola di famiglia in cui lavora si trova sulle aspre colline della Lunigiana nel Comune di Villafranca. Una testimonianza la sua raccontata con un filo di emozione di fronte ad una platea di coetanei che hanno però smesso di studiare, cercare lavoro e persino di formarsi; i cosiddetti “Neet”. Un appuntamento molto partecipato dove non è mancata la presenza allo stand dei Giovani di Coldiretti della Ministra Fabiana Dadone accolta da una delegazione di imprenditori under 35 investita del compito durante la due giorni di fornire informazioni e suggerimenti, stimoli ed idee, ai giovani visitatori del villaggio. A rappresentare la federazione di Massa Carrara c’erano il Presidente provinciale di Coldiretti Massa Carrara, Francesca Ferrari insieme al Direttore, Francesco Cianciulli, al Delegato dei Giovani, Marco Bellè e alla giovane imprenditrice, Noemi Dazzi.

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“Ci sono tantissime esperienze imprenditoriali che possono essere di stimolo per molti giovani che oggi sono alla ricerca di una nuova traiettoria lavorativa insieme a riscatto sociale. La nostra provincia, per fortuna, è ricca di queste testimonianze. – spiega Marco Bellè, Delegato Giovani Impresa Coldiretti Massa Carrara -  Oggi l’agricoltura è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale di una provincia che può vantare insieme alla più alta percentuale di imprese rosa della Toscana, anche quella delle imprese giovanili. Due primati che dipingono un territorio a forte trazione giovanili e femminile insieme a capacità di resilienza e di adattamento a territori non sempre facili. La nostra è sicuramente una realtà molto lontana dall’immagine stereotipata di un settore dove ci sono ancora molti spazi sia per chi vuole fare impresa, sia per chi cerca un impiego ed una lavoro all’aria aperta. Ai Neet dico: scommettete sull’agricoltura se siete alla ricerca di un vero cambio di vita sicuramente faticoso ma anche ricchissimo di soddisfazione”.

Sono 124 le imprese agricole guidate da giovani imprenditori, una su dieci, il 12,1% del totale contro una media regionale del 7,1%, in controtendenza rispetto al quadro generale locale dove l’agricoltura, intesa nel suo complesso, ha registrato una piccola flessione a cavallo tra il 2020 ed il 2021 del -1,1%. Ma sono anche molti i giovani coltivatori coadiuvanti che lavorano nelle aziende agricole e negli agriturismi come Sergio. Diplomato all’Istituto Tecnico Agrario di Pisa, Sergio si è poi specializzato in un percorso post scolastico in marketing alimentare ben consapevole di quale sarebbe stata la sua prospettiva. Insieme al padre, in piena pandemia, hanno deciso di riattivare i terreni dei nonni e di iniziare una fase di sperimentazione che gli ha permesso di selezionare in campo, in maniera naturale, un mix di varietà di grani antichi che rappresentano la base ed il successo dei loro apprezzatissimi testaroli: “La ricetta della nostra farina, con cui produciamo i testaroli, è figlia di una fase di preparatoria, di studio, per comprendere quali varietà si adattavano meglio ai terreni che abbiamo a disposizione. – spiega – Questa pazienza ci ha permesso di selezionare i grani antichi migliori che hanno un basso contenuto di glutine che oggi ci permettono di ottenere una farina semi integrale tipo 2. – spiega con orgoglio Pagani – Il tutto avviene con metodo biologico perché siamo dei cultori della naturalità”. Sergio lavora a fianco del padre, occupandosi principalmente della parte commerciale; presto prenderà le redini dell’azienda: “accadrà non appena mi sentirò pronto. In agricoltura non bisogna avere fretta. Le cose buone richiedono pazienza”.

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