Fauna selvatica fuori controllo e danni sottostimati alle coltivazioni. Nelle campagne lunigianesi per cinghiali, caprioli, daini e corvidi sono stati indennizzati 30 mila euro nel solo 2022 ma per gli agricoltori i danni reali alle produzioni sarebbero molti di più. L’emergenza fauna selvatica (e quindi anche le predazioni) è la prima criticità denunciata dalle aziende agricole al pari dei cambiamenti climatici che sta contribuendo all’abbandono delle campagne e alla radicale trasformazione del paesaggio delle nostre campagne e colline mettendo a rischio i raccolti, le produzioni agroalimentari di qualità ed il turismo rurale. A dirlo è Coldiretti Massa Carrara in occasione della presentazione a Palazzo del Pegaso, a Firenze, promossa insieme all’associazione delle aziende faunistico venatorie, AB Agrivenatoria Biodiversitalia, un pacchetto di tre proposte per ripristinare un equilibrio ecologico che tuteli le aziende agricole, la biodiversità e l’attività venatoria.
Coldiretti Massa Carrara parte un principio di fondo: cambiare il punto di osservazione per proporre una riflessione sull’opportunità di aggiornare la legge regionale 3/94 sulla protezione della fauna selvatica ed il prelievo venatorio per renderla più aderente al nuovo scenario, molto diverso rispetto a quello di trent’anni fa quando fu recepita, e di affrontare la discussione sul nuovo piano faunistico venatorio con un approccio più equilibrato. “La proposta di revisione del piano faunistico venatorio che sarà discussa nelle prossime settimane da ancora per scontato che ci si trovi in una situazione di equilibrio faunistico ma così non è. Il quadro è profondamente mutato. Il numero di ungulati è fuori controllo, i cacciatori sono sempre meno. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara – Le nostre coltivazioni sono il farmer market di cinghiali, daini, caprioli e piccioni ed i nostri campi sono stati ricoperti da chilometri di recinzioni semplicemente per non cambiare la prospettiva attraverso la quale fino ad oggi si è osservata e gestita la fauna selvatica. Gli agricoltori devono essere attori ed interpreti delle strategie venatorie future e non più spettatori. E’ questo lo sforzo ed il coraggio che chiediamo alle istituzioni senza nulla togliere al ruolo fondamentale del cacciatore che riconosciamo e rispettiamo. Noi, che rappresentiamo il mondo agricolo, siamo pronti a fare la nostra parte e a difendere le nostre produzioni”.
Una situazione di emergenza va affrontata con strumenti e soluzioni di emergenza. Il collo di bottiglia è normativo ed è rappresentato dalla legge 3/94. “La possibile revisione della legge – spiega Coldiretti Massa Carrara - va vista come una opportunità e prevede la possibilità di effettuare gli interventi di controllo sia nelle aree protette che nelle aree urbane anche quando la caccia è chiusa oltre a piani di abbattimento straordinari”. La seconda proposta è una rivoluzione in termini concettuali: “Dove ci sono le coltivazioni, che sono facilmente individuabili attraverso la banca dati di Artea, gli ungulati non devono stare. – spiega ancora Coldiretti Massa Carrara – E’ necessario un segnale forte da parte delle istituzioni individuando come zone non vocate alla presenza degli ungulati tutte le aree coltivate”. Il terzo punto riguarda il tema degli indennizzi e dell’iter che devono affrontare per denunciare i danni. “Le denunce non sono in diminuzione perché ci sono meno ungulati in giro. – prosegue ancora Coldiretti Massa Carrara – Gli agricoltori preferiscono non denunciare a fronte di indennizzi inadeguati, aggravi burocratici e tempistiche inaccettabili. Per questo i 30 mila euro di danni denunciati nell’ultimo anno non sono realistici. Più che indennizzo parlare poi di un vero e proprio rimborso per i danni subiti dagli agricoltori”.
Ai primi posti tra le coltivazioni preferite e quindi più danneggiate c’è l’uva, poi i campi di mais e cereali, sia nella fase di semina che maturazione, il favino e le erbe mediche utilizzate per l’allevamento del bestiame. Ma vanno pazzi anche per lenticchie e legumi, farro ed orzo, castagne ed ortaggi a pieno campo per finire con le piante del bosco e le coltivazioni di girasole. Tra gli strumenti che Coldiretti Massa Carrara sta mettendo in campo c’è quello delle Guardie Volontarie Venatorie al fine di poter rendere più efficaci le attività di controllo ai sensi dell’art. 37 della legge regionale 3/1994, in caso di danni da fauna selvatica alle coltivazioni e ai raccolti delle aziende agricole. Si tratta di uno strumento normativo, previsto dalla legge regionale, che mette in condizione gli agricoltori abilitati di intervenire su tutto il territorio provinciale, in qualsiasi momento della giornata, sotto il coordinamento del corpo di Polizia Provinciale per contenere l’emergenza legata ai danni connessi alla fauna selvatica. Il primo corso per formare il nuovo gruppo di Guardie Volontarie Venatorie è già iniziato.