Invasione cinghiali e rischio peste suina. Arrivano le prime risposte dalla giunta regionale dopo la grande mobilitazione degli agricoltori di Coldiretti che avevano scaricato in Piazza del Duomo tutta la loro rabbia e la loro frustrazione per le continue devastazioni dei raccolti e per i timori legati alla diffusione della “pandemia suina” di cui i cinghiali sono i principali portatori. Centinaia gli agricoltori partiti dalla provincia di Massa Carrara ed in particolare dai sette comuni interessati dalle restrizioni rappresentati in piazza anche dai loro primi cittadini.
La giunta regionale ha esteso la possibilità di procedere agli abbattimenti anche ai dipendenti abilitati delle aziende agricole mentre la Polizia Provinciale avrà 24 ore, quindi tempi molto più corti, per autorizzare gli interventi richiesti dagli agricoltori e dai conduttori dei terreni per salvare le loro coltivazioni dalle scorribande dei cinghiali. Sul fronte Lunigiana stanziate le prime risorse (20 mila euro) per l’acquisto delle celle frigorifero e allestimento dei centri di raccolta finalizzate al monitoraggio della Peste Suina Africana nelle aree dei sette comuni dove sono state attivate le restrizioni e le misure per scongiurare la sua diffusione.
Coldiretti passa all’incasso dei primi risultati ma invita a non abbassare la guardia e a fare presto per evitare che la peste suina dilaghi anche nella regione Toscana con conseguenze pesantissime per le aziende zootecniche ma anche per il turismo. “Bene la delibera che testimonia l’attenzione della Giunta regionale verso il mondo dell’agricoltura. – spiega Coldiretti Massa Carrara - Ringraziamo in particolare la Vicepresidente Stefania Saccardi e il Governatore, Eugenio Giani per aver confermato gli impegni presi con gli agricoltori in piazza in occasione della nostra mobilitazione. Si tratta di prime risposte che accogliamo in modo positivo e che vanno nella giusta direzione, dobbiamo proseguire su questa strada servono azioni concrete”.
A preoccupare gli agricoltori della provincia di Massa Carrara sono i crescenti rischi sanitari derivanti dalla diffusione della pandemia suina. Rischi che Coldiretti ha rimarcato anche in occasione dell’incontro con l’assessora regionale all’agroalimentare, Stefania Saccardi a Pontremoli lo scorso venerdì. Al presidio, all’esterno del Teatro della Rosa, non c’erano solo gli agricoltori locali, ma i colleghi di tutta la Toscana a rimarcare lo stato di profonda inquietudine. “Il contagio si blocca in un solo modo: con gli abbattimenti e ad oggi questi sono ancora fermi al palo.– aveva spiegato la presidente di Coldiretti Massa Carrara, Francesca Ferrari – Siamo molto preoccupati. Dobbiamo lavorare per tenere lontana la peste suina dalla Toscana”.
L’azione di Coldiretti, che a Firenze si è presentata con il sostegno di oltre cinquanta sindaci con la fascia tricolore, non si esaurisce qui. Il grande bersaglio si chiama “Piano Faunistico Venatorio” che è lo strumento di gestione e controllo della fauna selvatica sul territorio per cui Coldiretti chiede ora un vero cambio di passo e di prospettiva per la salvaguardia della produzione agricola e la sicurezza dei cittadini. “Coldiretti ha chiesto che tutte le aree produttive, come da fascicolo di Artea, siano considerate zone non vocate alla presenza della fauna selvatica. Questa richiesta è stata recepita positivamente dalla vice presidente Saccardi che con i suoi uffici sta lavorando alla redazione del nuovo piano faunistico venatorio. Una posizione, la nostra, che ha incontrato il sostento dei rappresentanti del consiglio regionale che sono saliti con noi sul palco di Piazza del Duomo”.