L’agrigelateria che salva il minuscolo borgo di Bergugliara a Zeri nell’Alta Lunigiana (Ms) vince la seconda edizione del premio nazionale “Amiche della Terra, storie di donne che nutrono il mondo” (categoria agricoltura eroica) promosso da Donne Coldiretti. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Roma, a Palazzo Rospigliosi quartier generale di Coldiretti alla presenza del ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone, di quello dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e, attraverso un video messaggio, di quello dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini. Presenti, alla consegna del prestigioso riconoscimento, la presidente regionale di Coldiretti, Letizia Cesani che proprio negli scorsi giorni aveva visitato l’azienda di Zeri e della responsabile del movimento femminile regionale, Michela Nieri e della segretaria regionale, Olivia Fossi.
Il premio è dedicato alle imprenditrici agricole che, con passione e determinazione, stanno portando avanti pratiche virtuose che combinano tradizione e innovazione, con un forte impegno per la tutela dell'ambiente e non solo. Le donne contadine costituiscono una comunità straordinaria, con oltre 200mila imprese “rosa” pari al 30% delle aziende agricole italiane. In Toscana, le donne al comando di un’azienda agricola sono oltre 12 mila, una su tre.
Le imprenditrici agricole - sottolinea Coldiretti Toscana - mostrano una notevole capacità di coniugare rispetto per l'ambiente, impegno sociale, qualità della vita, valorizzazione dei prodotti tipici e biodiversità, affrontando con coraggio le sfide di un mercato in continua evoluzione. Il premio rappresenta una grande vetrina per le Donne Coldiretti, celebrando l’impegno, la passione e la dedizione delle imprenditrici green. L’obiettivo è promuovere l’agricoltura al femminile, valorizzare il lavoro dei campi e far conoscere un mondo in cui le donne sono sempre più centrali, rinnovando il settore agroalimentare con creatività e spirito innovativo. “L’agricoltura oggi rappresenta non solo una fondamentale risorsa economica, ma anche un patrimonio culturale e sociale dell'Italia – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana - In questo contesto, le donne stanno emergendo come protagoniste, portando innovazione, sostenibilità e passione in ogni campo. Il profilo delle imprenditrici agricole oggi è molto alto – conclude la Cesani - ben il 25% di loro ha una laurea e il 50% associa all’attività primaria (semplice coltivazione) tante altre attività come agriturismo, agriasili, fattorie didattiche, agri cosmesi e una particolare attenzione al sociale. E’ una realtà in continua crescita”.
Quasi una imprenditrice su quattro ha una laurea, spesso in settori non legati all’agricoltura, e ben il 50% associa all’attività primaria (semplice coltivazione) tante altre attività come agriturismo, la preferita tra le attività connesse intrapresa da il 42% delle imprese, poi agriasili, fattorie didattiche, agri cosmesi ed una particolare attenzione al sociale, con l'inserimento in azienda di persone con vissuti difficili e donne vittime di violenza. Più della metà adotta pratiche sostenibili, come il biologico, promuovendo la tutela della biodiversità e il benessere animale. Ma sono anche molto propense all’innovazione e più informatizzate rispetto alle colleghe italiane. “In un settore spesso considerato prerogativa maschile – spiega Michela Nieri, Responsabile Donne Coldiretti Toscana - è fondamentale sottolineare come le imprese agricole a conduzione femminile siano le più resilienti, capaci di scommettere e vincere difficili sfide imprenditoriali dimostrando di possedere grandi capacità gestionali”.
“Volevo rimanere a vivere qui”. È per questo che Barbara Conti ha creato nel 2012 un’azienda che le desse l’opportunità di lavorare tutto l’anno nel piccolo borgo di Bergugliara, nella Valle di Zeri in alta Lunigiana, dove gli abitanti in inverno arrivano a trenta unità e dove la bellezza incantevole del paesaggio stride con il dolore dell’abbandono. Barbara è figlia di pastore e non voleva abbandonare questa terra bellissima anche se difficile: per questo anche grazie agli aiuti del PSR della regione Toscana ha creato l’azienda “i trei Fantoti” (i tre bambini , nel dialetto locale), multifunzionale, sostenibile e circolare, in cui si allevano vacche da latte della razza Pezzata Rossa e Bruna Alpina che vagano libere in alpeggio praticamente tutto l’anno mangiando fieno ed erba medica, e il cui latte viene trasformato dal caseificio aziendale in prodotti caseari della tradizione (freschi come la ricotta e stagionati) e innovativi (come lo stracchino, lo yogurt, i dessert), venduti direttamente in azienda, e infine in gelato, prodotto e venduto nella annessa gelateria. È proprio il gelato, l’ultima evoluzione del caseificio, ad attirare tutto l’anno turisti e visitatori che fanno anche un’ora di auto, dalla Emilia Romagna, dalla Liguria e dalla costa, per arrivare fin sotto la collina dove sorge l’agri gelateria: lasciata la macchina lungo la strada comunale si incamminano a piedi lungo la salita per mettersi in fila davanti alla porta ad arco incastonata in un casolare in pietra. Mentre le mucche ritornano dal pascolo, aspettano il proprio turno per accedere alla gelateria ed uscire poi con una coppetta bianca e rossa al gusto di ricotta e fragola o con un cono al gusto top di castagna. E con il loro gelato si siedono finalmente sulle panche di legno ad ammirare il panorama e a godere del clima invidiabile dell’appennino. Era proprio questo l’obiettivo di Barbara: attirare visitatori per dare l’opportunità al piccolo borgo di essere conosciuto e ammirato, e dimostrare che fare agricoltura in montagna è certamente faticoso, ma è possibile. Quando la volontà di rimanere è forte, allora è possibile creare imprese che riportano allo splendore anche il più isolato dei borghi.