Gli alert sulle etichette che paragonano il vino alle sigarette che l’Irlanda è pronta ad introdurre dopo il via libera dell’Unione Europea sono un pericoloso precedente che apre scenari preoccupanti per i viticoltori eroica apuana. Anche se oggi solo una bottiglia su dieci della piccola Doc vola all’estero, anche altri paesi potrebbero prendere la strada dell’Irlanda arrestando la crescita dei nostri vini di qualità oltre i confini e restringendo così il mercato. “E’ del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che nel nostro Paese è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara - Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.
Vino, ma anche birra e liquori, sono equiparati alle sigarette nelle intenzioni dell’Irlanda che potrà ora adottare etichette con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati". “L’autorizzazione è arrivata nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue e nonostante lo scorso febbraio ci sia stato un voto contrario del Parlamento al terrorismo in etichetta. – spiega Fabrizio Bondielli, Presidente Consorzio di Tutela del Candia dei Colli Apuani Doc – Bisogna distinguere il consumo dall’abuso che è sempre sbagliato. Per la nostra Doc, che inizia ad affacciarsi con continuità sui mercati stranieri, non è certo una buona notizia anche in considerazione del fatto che altri paesi, dopo l’Irlanda, potrebbero prendere la stessa strada. Si siamo preoccupati: è profondamente sbagliato equiparare il vino, che è un prodotto base della dieta mediterranea che racconta il territorio, la storia e la sua cultura, alle sigarette. Questo provvedimento può rappresentare un serio pericolo a tutto l’export dei vini regionali e nazionali”.
Una scelta che rischia di alimentare paure ingiustificate nei consumatori come dimostra il fatto che quasi un consumatore su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette, secondo un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it.
La autorizzazione della Commissione fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario di penalizzare il settore come il tentativo di escluderlo dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti. Un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c.