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30 Agosto 2022
MIELE: COLDIRETTI MASSA CARRARA, PRODUZIONE IN RIPRESA MA A PESARE SU APICOLTORI E’ AUMENTO COSTI (+30%)

Siccità, rincari e vespa velutina non fanno volare l’apicoltura apuo-lunigianese. Produzione in ripresa ma ancora molto lontana dal garantire una sostenibilità economica agli apicoltori apuo-lunigianesi anche a causa degli spaventosi rincari che dovranno sostenere per confezionare un barattolo di miele. E’ quanto emerge dal primo bilancio di Coldiretti Massa Carrara e Consorzio di Tutela del Miele della Lunigiana Dop che stimano una riduzione media della produzione tra il 30% ed il 40% in miglioramento rispetto all’annata disastrosa dello scorso anno condizionata dalla gelata di maggio. Ad incidere sulla raccolta è stato il clima pazzo con le fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine e le api allo stremo costrette ad allungare i voli per trovare un po’ di nutrimento ed obbligando gli apicoltori ad un grandissimo, faticosissimo e costoso lavoro di gestione degli apiari.

Una quadro sul quale hanno pesato in modo particolare le alte temperature e la siccità estrema che ha investito anche la Lunigiana, terra del pregiato Miele della Lunigiana Dop, primo miele italiano ad aver ottenuto dall'Unione Europea il marchio di Denominazione di Origine Protetta. Le fioriture anticipate – spiega Coldiretti Massa Carrara - hanno costretto gli apicoltori a partire prima verso le aree montane e a portare razioni di soccorso negli alveari con un ulteriore aggravio di costi. “E’ stata fino a qui una stagione molto dispendiosa e tribolata per l’apicoltura che ha dovuto fare i conti con condizioni climatiche molto sfavorevoli; le stesse che hanno determinato una minore resa di tutte le principali produzioni agricole del nostro territorio. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara – E’ un bilancio in chiaro scuro quello che oggi il settore presenta ma sicuramente migliore, dal punto di vista della quantità, rispetto a quello della passata stagione. L’esplosione dei costi correnti dei mezzi tecnici pesa purtroppo sullo scenario complessivo. Il 38% delle aziende agricole oggi produce in perdita: ha reddito negativo. Servono nuove misure per contrastare gli aumenti e fermare le vergognose speculazioni che rischiano di far chiudere oltre cento imprese agricole nella sola nostra provincia”.

A confermare la ripresa è Andrea Guidarelli, Presidente del Consorzio di Tutela del Miele della Lunigiana Dop. Sono due le varietà previste dal disciplinare del Miele Dop: l’acacia ed il castagno. “E’ sicuramente una stagione più positiva ma ancora molto lontana dai livelli che consentono oggi ad un’impresa apistica di stare in piedi con le sue gambe. Nonostante gli aumenti dei costi di produzione siamo riusciti fino ad oggi a tenere il prezzo di vendita invariato. Ma non sappiamo ancora per quanto potremo resistere se i prezzi continueranno a crescere con questa velocità. – spiega Guidarelli – Per l’acacia siamo a circa 8/10 kg di miele raccolto per arnia contro un potenziale che potrebbe arrivare fino a 15/20 kg; per il castagno siamo nell’ordine di 7/8 kg per arnia in confronto ad un potenziale di 15 kg. Rispetto allo scorso anno, dove abbiamo raccolto poco o nulla, è stata un’annata decisamente migliore. E’ dal 2011 che, a causa del cinipide prima, poi del clima e della vespa velutina, non riusciamo ad avere una raccolta abbondante. E’ molto dura andare avanti così”.

Oltre alla spallata del clima – sottolinea Coldiretti Massa Carrara – i “pastori delle api” devono infatti fare fronte anche all’esplosione dei costi per le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina: dai vasetti di vetro (+40%) alle etichette (+35%), dai cartoni (45%), legno (+30%) e cera (30%) fino al gasolio (+129%). Confezionare un vasetto di miele costerà mediamente tra il 20% ed 30% in più ai 682 apicoltori, tra professionali ed hobbisti censiti dal Sistema Informativo Veterinario Nazionale, che gestiscono complessivamente 1.300 apiari.

Nonostante i numeri in forte aumento l’atavica carenza di prodotto, costringe il nostro paese ad importante grandi quantità di miele dall’estero in particolare da Ungheria, Romania, Ucraina, Argentina, Spagna e Cina. In Italia – precisa Coldiretti Toscana – si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania. Il Belpaese però vince in biodiversità con più di 60 varietà tra cui spicca proprio il Miele della Lunigiana DOP fino a quelli speciali aromatizzati, dal tiglio all’eucalipto, dal cardo, all’abete fino all’erica.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – consiglia Coldiretti Toscana – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.

La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua Coldiretti Toscana – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.

A minacciare la sopravvivenza delle api e della biodiversità, oltre al mix letale di fattori come l’impiego di pesticidi, l’urbanizzazione, il riscaldamento globale, acari e parassiti, è arrivata in Toscana anche la vespa velutina cinese che stermina gli alveari. Diversi i casi segnalati tra Massa Carrara e la vicina Versilia a partire dal 2018. Il calabrone asiatico è solo l’ultimo degli organismi alieni portati nelle campagne e nei boschi dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione. In Toscana sono presenti la cimice killer, il cinipide galleno, popillia japonica, drosophila suzukii, coleottero Aethina tumida e cimice marmorata asiatica. Il danno a livello nazionale dovuto all’arrivo di questi insetti – conclude Coldiretti Massa Carrara - è poco inferiore al miliardo di euro quasi quanto i danni provocati dalle calamità naturali nel 2021.

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