“Chiediamo un superbonus del 110% per la realizzazione di stalli e recinti per gli allevamenti ovini contro gli attacchi degli ibridi”. È la richiesta avanzata dal presidente di Coldiretti Livorno Simone Ferri Graziani a fronte delle numerose predazioni registrate in Val di Cornia dall’inizio dell’anno.
“In piena pandemia si è deciso di sostenere il settore delle ristrutturazioni con l’introduzione del noto superbonus al 110% - dice Ferri Graziani -. Crediamo sia doveroso estendere il provvedimento alle aziende agricole che svolgono attività di allevamento. Rivolgiamo questa proposta alla Regione Toscana, che potrebbe destinare una parte delle risorse del PSR (il Piano di Sviluppo Rurale finanziato con fondi europei) proprio a questo scopo”.
Pecore e ovini sotto attacco dai predatori
“Quanto alla gestione dei predatori - spiega Ferri Graziani - da anni chiediamo di procedere in primis al prelievo e al controllo degli ibridi. Un’azione decisa consentirebbe di circoscrivere il problema e attribuire correttamente gli attacchi”.
“In secondo luogo - prosegue - la tipicità e la distintività dei nostri allevamenti, che prevedono il pascolo libero, anche notturno. Un’attività ormai impossibile vista la frequenza degli attacchi. I nostri pastori spesso parlano di pecore all’ergastolo, rifugiate nelle stalle, ma rifiutano che questa possa diventare la nuova normalità.
La pecora è un animale generoso, che ha dato tanto all’uomo e al territorio. Chi alleva secondo i metodi tradizionali della zona vuole restituire questa generosità garantendo il benessere agli animali allevati.
Quindi anche pascoli liberi e protezione dalle aggressioni. La richiesta del superbonus del 110% va in questa direzione. Recinzioni e stalle sono investimenti costosi, specie quando si parla di terreni estesi, per questo riteniamo che in assenza di interventi immediati sui predatori si debba garantire agli allevamenti la dovuta sicurezza”. “Facciamo un appello anche alle aziende - aggiunge - affinché denuncino ogni aggressione subita. È bene che i consumatori sappiano che per le aziende ogni attacco è una perdita consistente, un danno e una spesa che i risarcimenti non coprono mai del tutto. Un sistema che penalizza gli allevatori e disincentiva la denuncia”.