Lunigiana capitale della biodiversità alimentare. E’ importantissimo il contributo che il paniere provinciale di prodotti tipici ha garantito al primato nazionale del Made in Tuscany. Una settantina delle 463 “bandiere del gusto” a tavola assegnate alla Toscana sulla base delle specialità alimentari presenti sul territorio nazionale che sono ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, appartengono alla tradizione e alla cultura della provincia di Massa Carrara. L’apporto della Lunigiana è tra i più importanti a livello regionale con il 15% di specialità inserite nella lista. A tracciare una mappa puntuale della speciale classifica del patrimonio enogastronomico che i turisti italiani e stranieri potranno gustare in Lunigiana è ancora una volta Coldiretti Massa Carrara. Ne fanno parte i più conosciuti come l’amaro di Clementi (China Clementi di Fivizzano), l’agnello di razza massese e quello di Zeri, il panigaccio e la spongata, la cipolla di Treschietto ed il fagiolo di Bigliolo, le focaccette di Aulla ed i testaroli, la torta Cybea e la trota iridea, il neccio, il pane di Po’ e Vinca, la patata di Regnana e le lasagne bastarde, il biroldo e la salsiccia di Montignoso, il capretto delle apuane ed il filetto della Lunigiana e meno popolari, o addirittura in via di estinzione, come la barbina, un particolarissimo salume ricavato dalla parte muscolosa della gola del maiale prodotto a Colonnata, la mela “muso di bue” e la pera rusé coltivate nelle zone di Zeri, i peschi spontanei del Candia e la mela binotto dal sapore intenso che ricorda quello della rosa, la mela rotella, la cipolla di Bassone, rossa e piccola ed il rapino di Bergiola Foscalino. “Questo è il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari; – analizza Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti presentando la mappa - si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale la nostra regione, e la nostra provincia, possono contare per ripartire”.

Tre le produzioni leate al nostro territorio, il Lardo di Colonnata Igp, il Miele della Lunigiana Dop e Farina di Castagne della Lunigiana Dop che invece inserite tra “I prodotti agroalimentari di qualità” nel 2013 dell’Istat, la speciale lista che certifica – ancora una volta - l’importante contributo del paniere agroalimentare regionale per la leadership nazionale con 264 denominazioni tutelate. Secondo Coldiretti l’eccellenza e la varietà incredibile delle produzioni agroalimentari e la ricettività agrituristica forte di oltre 90 strutture “aperte” sono i punti di forza dell’offerta provinciale e i principali elementi di attrazione per i turisti. “La ricettività agrituristica, la varietà agroalimentare e la cucina sono i punti di forza – spiega Francesca Ferrari, Delegata Provinciale Terranostra Coldiretti – della nostra offerta turistica. Sono le chiavi del futuro del nostro territorio, oggi, e sempre più lo saranno domani”. Un “plus” all’offerta e alla ricettività del territorio è rappresentato proprio dagli agriturismi con i suoi oltre 800 posti letto ed una incisività sempre maggiore sul numero delle presenze. Dal 2007 al 2012 le presenze negli agriturismi sono cresciute del 2,3%. “Le presenze agrituristiche sono una delle componenti di maggiore crescita con più della metà degli ospiti (65%) di provenienza straniera; – conclude la Ferrari – c’è ancora molto da fare, partendo proprio dalla ricettività infrastrutturale che, come denunciato in passato, è molto scarsa. La strada però da seguire è quella delle tipicità e del legame con il territorio. Sono gli elementi che caratterizzano e distinguono la nostra offerta”.